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tensione, e della quantità di fluido elettrico. Ora importa di sapere se questa
ragion composta sia giusta ed esatta, cioè tale, che per date tensioni, ossia
cariche di dati gradi, riescano le scosse precisamente del doppio, del triplo,
del quadruplo più valide, secondo che le capacità delle boccie, e quindi le
quantità di fluido elettrico, sono due, tre, quattro volte più grandi, ec. Ma
qui dobbiamo dire che la cosa non ha potuto ancor bene determinarla il
nostro Autore colle sue sperienze, per quanto numerose, e diligenti sieno
state; anche perchè è difficile il valutare giustamente le scosse, e poter ac-
certare, che una sia doppia, tripla, quadrupla dell’altra. Si può meglio giu-
dicare, se due scosse siano, o no eguali, onde pare che si dovrebbe poi poter
verificare se l’indicata ragion composta abbia luogo, col provare se si ab-
biano effettivamente scosse eguali da boccie di diversa capacità caricate
appunto in ragione inversa di esse capacità, es. gr. da una boccia di 20. pol-
lici quadrati di armatura caricata a 40. gradi, e da una di 80. pollici cari-
cata a 10. gradi. Ma s'incontra quì un altra difficoltà, per ciò che, conforme
abbiamo fatto osservare (§ 36.), le commozioni riescono in qualche maniera
diverse riguardo alla loro qualità, ossia al senso ed impressione che fanno
sugli organi, secondo che provengono da picciole boccie cariche fortemente,
o da grandi cariche debolmente, sebbene tal diversità delle commozioni non
sia molto grande, e in parecchi casi neppur rimarcabile.

§ 49. Chechè ne sia di queste, ed altre difficoltà, ecco ciò che il nostro
sperimentatore crede poter avanzare sul punto del valore delle scosse, dipen-
dentemente dalla capacità delle boccie, e batterie, e dal grado di carica: ecco
il risultato di molte sue sperienze. Una boccetta di vetro sottile (di 1/3 circa
di linea) avente circa 9. pollici quadrati di armatura, deve essere carica al-
meno 8. gradi dell’elettrometro a pagliette, per poter dare una scossa de-
bolissima, e appena sensibile a un dito tuffato nell’acqua di un catino,
la quale comunica per mezzo di una lastretta di metallo coll’armatura
esterna di essa boccetta, mentre si viene a toccare l’uncino, o filo me-
tallico procedente dall’armatura interna con un altra larga lastra o can-
none impugnato a dovere dall’altra mano ben umida. Egli è questa una delle
migliori maniere di esplorare le deboli scosse, e di sentire anche le minime,
qual è quella appunto che detta boccetta di 9. pollici di armatura ca-
rica 8. gradi: scossarella, che sentesi appena, e non affetta che una o due
articolazioni di esso dito. Un altra boccia 4. volte più capace, cioè di 36.
pollici circa, ossia di 1/4 di piede quadrato d’armatura, caricata 4. volte meno,
cioè a 2. gradi dell’istesso elettrometro a paglie sottili, produce l’istessa mi-
nima scossa nel dito; e così pure una boccia di 1/2 piede quadrato colla ca-
rica di 1. grado; una di 1. piede con quella di gr. 1/2; ed una di 2. piedi colla
carica di gr. 1/4: le quali cariche tutte sono formate come si comprende del-
l’istessa quantità di fluido elettrico. Qui dunque la grandezza della capa-