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scostamento delle due pagliette pendenti, di 9. in 10. linee, osservato alle
loro estremità). La descrizione di questo elettrometro così perfezionato, e
le prove dell’indicata comparabilità de’ suoi gradi, se non rigorosissima,
tale da non portare entro gl’accennati limiti error sensibile (per la quale
prerogativa è preferibile a quelli di BENNET e d’altri Fisici a listarelle di
foglia d’oro, tre o quattro volte più sensibili, a dir vero, ma non così com-
parabili) trovansi nelle Lettere sulla Meteorologia Elettrica di esso VOLTA
pubblicate sono già molti anni: alle quali prove ne ha aggiunto in appresso
altre in conferma, con esperienze instituite a quest’oggetto in varie maniere,
e con maggiore accuratezza e precisione.

§ 45. Colla scorta di unfedele e prezioso stromento ha dunque il me-
desimo ricercato, se anche per tali cariche debolissime, per le quali non può
servire il quadrante-elettrometro, osservisi la legge (§ 42.), che le distanze
esplosive, a cui cioè giunge la scintilla, e fassi la scarica, siano presso a poco
proporzionali ai gradi delle cariche medesime; e fin dove ha potuto deter-
minare con qualche esattezza tali distanze (il che riesce assai difficile, e infine
impossibile per le estremamente piccole), ha trovato ch’essa legge si verifica, o
almeno non falla notabilmente. Così avendo già veduto, che per la distanza
di lin. 1/4 vi voleva la carica di gradi 2. 1/2 del quadrante elettrometro (§ cit.),
che valgono gr. 40. del suo elettrometro a paglie sottilissime, trovò che ve
ne volevano 20. di questi per 1/8 di lin., e 10. circa per una distanza, che potè
giudicare essere appunto 1/16 di linea, eguale cioè alla grossezza di una carta,
di cui ben 16. ve ne vogliono a far una linea. Seguendo un tale rapporto, per
4. gradi dello stesso elettrometro a paglie sottili la scarica non potrà farsi
che ad 1/40 di linea, per 2. gradi a 1/80 lin. per 1. grado a 1/160 lin. ec. Se tali
deduzioni non possono verificarsi esattamente con esperienze affatto sicure
per la già accennata difficoltà di misurare con precisione le troppo picciole
distanze, che diviene poi impossibilità per le picciolissime qui indicate; pos-
siamo però persuaderci almeno, che non vadano molto lungi dal vero. Che
se pure se ne allontanano, non sarà certo nel senso, che si prendano da noi
cotali distanze troppo picciole corrispondentemente alle cariche, ma bensì
in senso contrario; stantechè, a norma della tabella sopra riportata (§ 42.),
le distanze esplosive diminuiscono piuttosto in una proporzione maggiore
che le cariche o tensioni elettriche: e quindi le qui notate frazioni di linea
sono anzi troppo grandi, che troppo picciole; cosicchè a 2. gradi di carica
non 1/80 di linea, ma 1/100 forse, od anche meno deve corrispondere; ad 1. grado
1/200 di lin. o meno; a 1/2 grado meno di 1/400 di lin. ec.

§ 46. Ben si comprende, che quando le scariche, per così deboli ten-
sioni, non possono farsi, che a distanze così picciole e impercettibili, nep-
pure la scintilla può essere visibile, o appena: che niun altro segno elettro-
metrico sensibile, di attrazione cioè o ripulsione può osservarsi, a meno che