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menti e succeda la tranquillità malgrado che continui la corrente elettrica,
non s’intende bene, e dovrà ricercarsi nella natura ed indole dell’irritabi-
lità muscolare. Dico le contrazioni, e commozioni veementi, perchè poi alcune
oscillazioni, o tremori, ed un certo fremito continuato, non lascia di sentirsi
nelle mani, ed altre parti attraversate dalla corrente elettrica continuata,
quando questa proceda da una pila assai forte.

§ 35. Ritornando alle cariche delle batterie, e applicandovi le osser-
vazioni qui sopra (§ 33.), l’ingrandire coteste batterie, il portarle da 10. piedi
quadrati di armatura a 20., 40., 80., 100. piedi ec. contribuirà di certo a
fare, che per cariche a gradi eguali dieno scosse corrispondentemente più
forti; ciò però fino a un certo termine, e non più; fino a che sia tale e tanta
la grandezza e capacità della batteria caricata, che a compiersene la sca-
rica si esiga tutto quel tempo, che influisce alla forza della scossa. Or rite-
nendo, che questo tempo sia circa un minuto terzo, e che una batteria di
10. piedi di armatura si scarichi tutt’al più in un minuto quarto, supposi-
zione più che ammissibile (§ 28.), vi vorrà una batteria di 600. piedi almeno
a fare, che la sua scarica duri un minuto terzo, e ad ottenere la più grande
scossa, che possa aversi quindi da un dato grado di carica. Conseguente-
mente le batterie più capaci ancora di molto, aventi cioè 800., 1000., o più
piedi quadrati di armatura, la cui scarica durasse quindi più di un minuto
terzo, non produrrebbero già più forte scossa di quella producasi dall’anzi-
detta batteria di 600. piedi ad eguale grado di carica; ma bene comince-
rebbero ad imitare gli altri effetti della pila, che tengono alla continuazione
della corrente elettrica oltre l’indicato tempo. E quali sono questi effetti
fuori della scossa passaggiera che si può dir momentanea? Li già accennati
(§ prec.), cioè le sensazioni continuate di sapore, se la corrente elettrica prenda
l’estremità della lingua, di dolore cocente nelle parti molto sensibili, ed altri,
che vedremo.

§ 36. Che se dunque la maggiore scossa, che si possa avere per una data
tensione elettrica, ossia per un dato grado di carica, si ha da una batteria, che
contando 600. piedi quadrati di armatura, più o meno (m) , impiega a sca-
ricarsi circa un minuto terzo, ossia tutto quel tempo, che sembrando a nostri
sensi un istante, ci fa comparire una sola l’impressione, od urto, che in realtà
risulta da urti ed impressioni successive (§ 31.): se una maggiore grandezza,
ossia capacità di essa batteria, la quale importerebbe un tempo più lungo
per la scarica, un quarto per esempio di minuto secondo, o più, insomma una
durata sensibile, non fa nulla per questo conto della forza della scossa, come