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coll’istessa si slancia dalla faccia opposta, o vi accorre una quantità presso
a poco eguale di altro fluido elettrico, portando così la scossa alla persona,
o persone, che debba attraversare.

§ 30. Codesta scossa, che all’atto del caricarsi la batteria dalla pila ri-
sente la persona interposta, è però più debole, massime se i dischi ossia bul-
lettini umidi di essa pila non lo sieno abbastanza, o trovinsi imbevuti di
acqua pura, più debole, dico, notabilmente della scossa, che potrà poi aversi
per la scarica della batteria medesima. La ragione di questo è, che tali dischi
non sono abbastanza buoni conduttori per lasciare scorrere con piena li-
bertà il fluido elettrico, come abbiamo fatto osservare (§ 24.). Ora a misura,
che viene da questi ritardata la corrente elettrica riesce anche la scossa men
forte, fino a rendersi insensibile, e nulla, ove il ritardo per l’impedimento
de’ medesimi troppo poco umidi sia molto grande (§ 28.). Oppongono però
sempre più o meno di resistenza, anche quando siano ben inzuppati, ed anche
quando lo siano di acqua salata; cosicchè è sempre minore la rapidità della
corrente, e minore quindi la scossa, di quello esser dovrebbe, e sarebbe real-
mente, ove tali impedimenti non s’incontrassero. Or bene: nella scarica
della batteria, questi impedimenti non ci sono più; e la corrente elettrica,
ove tragitti solo per ottimi conduttori quali sono i metalli, non incontra
ostacolo alcuno valutabile, non patisce ritardo che conti; ed ove attraversi
qualche persona, incontra sibbene un ostacolo in essa, e soffre corrispon-
dentemente del ritardo; ma è poca cosa in confronto di quello che soffre
allor che dee tragittare al dippiù per tutti i dischi di cartone, o simili della
pila, e sian pure intrisi alla meglio. Ecco dunque perchè è notabilmente più
forte la commozione, che si ottiene in appresso dalla scarica della batteria,
che non nell’atto della carica portatavi dalla pila.

§ 31. Ma se una pila ben costrutta coi dischi o bullettini impregnati
di buona soluzione salina, non impiega che un minuto quarto circa per cari-
care fino ad un grado eguale, o quasi eguale al suo, una batteria di 10. piedi
quadrati almeno, come ha dedotto il nostro VOLTA (§ 28.), e fors’anche non
ne impiega dippiù per una di 20., o di 30. piedi, come si può presumere, dee
dunque nella scarica della stessa batteria, che si fa, come or dicevamo, più
rapidamente, che non la carica, impiegarsi meno ancora di tal tempo, meno
cioè di un minuto quarto. Eppure abbiam avanzato (§ 20.), che la scossa,
la qual si ottiene da una batteria carica a sì debol segno, qual è di 1., 2.,
3., gradi dell’elettrometro a pagliette, è dovuta al durare di tale scarica
assai più longamente che quella di una semplice boccia di Leyden caricata
ad egual grado, la quale non fa provare la menoma scossa: ma può egli dirsi
di qualche durata una scarica, che compiesi in un minuto quarto, o meno?
certamente; perchè sebbene sembri questo, ed anche un minuto terzo
sembrar possa un istante, e lo sia per i nostri sensi; è però un tempo finito,