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o poco più: ma con questa tensione potrà darvi essa pila una scossa, debole
sì, ma pur sensibile; e potrà non già caricare a un segno molto più alto la
batteria: e farle dare assai più forte scossa di prima, ma bene caricarla allo
stesso punto di 2. gradi, o poco più, in tempo incomparabilmente più breve,
non maggiore cioè di 1/50 di secondo, e minore forse anche di un minuto terzo.

Cambiate finalmente que’ cartoni con altri intrisi di una soluzione di
sal comune, o meglio di sal ammoniaco. Ancora egual tensione elettrica di
2. gradi, o poco più; ma scossa incomparabilmente più forte dalla pila, tan-
tochè supera quella della batteria portata agli stessi 2. gradi. Or da che dob-
biamo credere che venga la tanto maggiore scossa della pila a cartoni im-
pregnati d’uno od altro umore salino, in paragone di quella a cartoni im-
bevuti di acqua semplice per cariche, ossia tensioni elettriche eguali, se non
dalla molto maggiore facilità che trova la corrente elettrica ad attraversare
quelli, che sono assai migliori conduttori dell’acqua semplice, come infinite
altre prove attestano? Da questo scorrere più facilmente e rapidamente
il fluido elettrico per entro la pila da un capo all’altro, dovrà anche più pron-
tamente portarsi la carica alla batteria, come ben si comprende, in guisa che,
se un minuto terzo e probabilmente anche meno basta (§ prec.) trovandosi
i cartoni inzuppati di acqua pura, basterà forse un minuto quarto ove lo
siano di un buon liquore salino incomparabilmente migliore conduttore di
quella. Ma come misurare tempi così corti, che sembrano istanti indivisi-
bili? Intanto si conosce sempre più quanto la copia di fluido elettrico, che
versa una buona pila che sia ben in ordine, superi quella che fornisce in tempi
eguali la più grande e potente macchina elettrica, come si è già avanzato
(§ 22.); e quale di queste macchine infatti potrebbe, non diciamo in un mi-
nuto quarto, ma neppure in alcuni terzi, fornire la quantità di fluido, che
vi vuole per caricare a 2. gradi una capace batteria.

§ 29. Per questa copia di fluido elettrico, che versa con tanta celerità
da uno de’ suoi capi, e aspira dall’altro una buona pila (ben inteso, che non
manchino le necessarie comunicazioni, per questo portare che fa la carica
della batteria agl’indicati gradi eguali alla sua propria tensione in tempo
breve, che a nostri sensi è un istante), avviene, che una persona, o più,
sentano la scossa anche all’atto di tale carica, qualora siano portate a comu-
nicare in acconcio modo da una parte alle armature esterne della batteria,
dall’altra alla base della pila, la quale colla sua sommità va a toccare il con-
duttore metallico procedente dalle interne armature di essa batteria, oppure
inversamente. La qual cosa s’intende tosto riflettendo, che conforme alla
nota teoria della boccia di Leyden, ossia delle cariche e scariche delle lastre
isolanti, con quella stessa celerità (per non dire istantaneità), con cui viene
aggiunta o sottratta (secondo che l’elettricità che si applica è positiva, o
negativa) tutta quella copia di fluido elettrico ad una faccia della batteria,