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galvanico distinto dall’elettrico, ma si fecero propugnatori zelanti dell’asso-
luta identità. Anzi una tale questione si può dire, che, cessasse generalmente
presso quelli, che conobbero, e seppero valutare sperienze cotanto decisive,
quali sono queste di caricare le boccie di Leyden, e le batterie cogli apparati
Elettro-motori al segno di dare forti scosse, ec. Or come mai a fronte anche
di codeste sperienze hanno avuto cuore VASSALLI e ALDINI di rinnovare
una tal questione, e il primo anzi di sostenere apertamente la non identità?
Forsechè le ignoravano tre o quattro anni dopo la loro pubblicazione? Con-
viene credere così; poichè non se ne fecero carico, e non ne parlarono pure
nelle opere ch'essi stamparono nel 1804. e 1805. (v. nota d).

§ 24. Intorno a queste sperienze non dobbiamo lasciar di riportarne qui
alcune, che il nostro VOLTA ha recentemente immaginate ed eseguite in con-
ferma de’ principj, e spiegazioni già date; sperienze che ha comunicato a
varii suoi amici, e corrispondenti, ma che non sono peranco state pubbli-
cate. Avea egli già mostrato nelle ultime Memorie stampate, che ove gli
strati umidi in tali apparati siano di acqua semplice, riescono bensì le scosse,
ch’essi danno, ma molto più deboli, che ove siano di acqua impregnata di
qualche sale: e ciò per essere l’acqua pura un conduttore molto men buono
che le soluzioni saline (come con tante prove ha dimostrato, ed altri pure
avean notato), onde viene tanto più ritardata da quella, che da queste la
corrente elettrica. Ma che del resto il grado, o tensione di elettricità, la forza
onde viene il fluido elettrico spinto e sollecitato, era presso a poco la me-
desima nell’un caso, e nell’altro, proporzionale sempre al numero e qualità
delle coppie metalliche, epperò di circa 1. grado per 60. coppie di rame e
zinco, di 2. gradi per 120. coppie, ec. (§ 10. e 16.). Ora dall’essere la tensione,
o forza elettrica, che si manifesta all’Elettrometro, eguale in ambedue i casi
ne inferì VOLTA giustamente, che eguale carica ancora avrebbe indotta nella
batteria la sua pila, sia che gli strati umidi della medesima, i dischi di car-
tone, o di panno bagnati, lo fossero di acqua semplice, oppure di un liquore
salino qualunque; e che solamente vi si richiederebbe in proporzione più
di tempo nel primo caso, però ancora così breve, da non poter essere percet-
tibile; onde neppure in ciò sarebbe riuscita sensibile la differenza: sarebbe
per esempio allora bisognato a compiere tal carica, invece di 1. minuto terzo
(v. il § 21. e la nota (h), 1/10, od 1/8 di minuto secondo. In conseguenza la scossa
che darebbe poi la batteria così caricata, troverebbesi anch’essa eguale in
ambedue i casi: e siccome quella, che la pila provocata immediatamente,
è debole assai allor quando i suoi dischi bagnati, lo sono di acqua pura,
potrebbe riuscire più forte di essa la scossa della batteria caricata da tale
pila, comunque più debole della scossa prodotta dalla stessa pila, o da altra
eguale, aventi i dischi inzuppati d’acqua salata.

§ 25. Così andava deducendo il tante volte lodato nostro Maestro, e