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contatto immediato del primo coll’ultimo. Inutili dunque, quanto allo scopo
proposto di accrescere cotale tensione, sono i metalli intermedj in qualsivoglia
modo intrecciati e disposti, e a nulla vale il moltiplicarli. Così deduceva il
VOLTA da quella legge da lui scoperta, e verificata con ogni sorta di prove,
da quel rapporto cioè e corrispondenza ne’ gradi di azione di diversi metalli,
o motori di prima classe tra loro; e così trovò col fatto, costruendo diversi
apparati di soli metalli moltiplicati, e variati in tutte le guise.

§ 16. Era pertanto la cosa in certo modo disperata, e passò qualche
anno prima ch’ei trovasse alcuno spediente. Quando alla fine gli suggerì
quello, che è forse l’unico, d’interpolare cioè le coppie di metalli ben assor-
titi, e farle comunicare l’una all’altra, per mezzo di uno strato umido, ossia
conduttore di seconda classe (come appunto avea fatto nelle sperienze sopra-
indicate (§ 13.) della catena di conduttori di prima e di seconda classe intrec-
ciati), ponendo v. gr. argento, zinco, e strato umido; poi di nuovo argento,
zinco, e strato umido; e così di seguito per quella serie che piacesse; a ciò
lo determinò il riflettere, che l’azione de’ conduttori umidi coi metalli, che
combaciano, essendo comunemente piccolissima, come avea trovato (§ 8.
e 10.), sarebbe stata ben lungi dal poter controbilanciare quella de’ detti
metalli tra loro; e poco o nulla l’avrebbe alterata, sia rinforzandola, sia in-
debolendola. Avendo dunque costrutto un tale apparecchio colla disposi-
zione alternativa de’ tre corpi indicati, argento, zinco, e strato umido, ripe-
tuta più volte, trovò il nostro VOLTA quello che cercava, e che prevedeva
dover riuscire, cioè che la forza, ossia tensione elettrica cresceva esattamente
come il numero delle coppie metalliche componenti la serie (ben inteso, che
si rivolgessero tutte nel medesimo senso, giacchè se ve ne avessero di op-
poste, sarebbe tanto da detrarre); cosicchè ove una sola coppia gli dava
1/60 di grado, che coll’ajuto del suo Condensatore saliva a 2. gradi circa (§ 10.),
due, tre, quattro coppie cospiranti gli davano 2/60, 3/60, 4/60, per cui col Con-
densatore ottenne poi 4., 6., 8., gradi ben chiari e distinti. Si avanzò allora
a far prove con 20. 40. 60. 100., e più coppie, e ne ottenne ancora i segni
proporzionali al numero di esse coppie, tantochè con 60. di queste facea
movere a drittura il suo Elettrometro a pagliette di 1. grado, cioè gli faceva
marcare 1/2 linea di divergenza, senza ajuto di Condensatore; con 100. coppie
lo innalzava a quasi 2. gradi; con 150. a gr. 2. 1/2, e compariva poi anche,
esplorandolo a dovere, una scintilletta.

§ 17. Fu varia la forma, (ritenuta la condizione di far succedere a due
metalli diversi posti ad immediato contatto uno strato umido, poi di nuovo
i due metalli nello stesso ordine, seguiti parimente da altro strato umido,
e così proseguendo), fu varia, dico, la forma, che diede il VOLTA a questi
suoi apparati, che chiama semplicemente Elettro-motori, ed ai quali per certa
somiglianza nel fondo, ossia sostanza della cosa, e fino nella forma cogli