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Ed ecco, per dirlo qui di passaggio, perchè non fu scoperta prima sif-
fatta elettricità originaria ossia propria de’ metalli, e degli altri conduttori
anche umidi e si chiamarono quindi anelettrici, ossia non elettrici, quando
pur sono veri idioelettrici, elettrici per , non così eminentemente come il
vetro, il solfo, le resine, ec. riguardo al grado o intensità di forza, a cui ven-
gono portati questi mercè di un congruo strofinamento; ma a migliore diritto
di questi, riguardo a che per ispiegare la loro virtù elettrica, qual ella sia,
non han quelli (i metalli) punto bisogno di strofinamento, di percossa,
o pressione, bastando un semplice contatto di due tra loro dissimili, e conti-
nuando poi incessantemente tale loro azione per tutto il tempo che mantiensi
esso contatto. Chiaminsi pur dunque anche i metalli elettrici per sè; o per
distinguerli dagli altri, che sono da lungo tempo in possesso di questa deno-
minazione, ed esprimere meglio la virtù che li distingue, si dinotino col nome
che loro il nostro VOLTA di incitatori, o motori di elettricità.

§ 10. Quanto al grado di forza, con cui agiscono, ossia all’intensità di
cotal elettricità mossa così dal semplice mutuo contatto di questi corpi,
anche i più diversi tra loro, anche dell’argento e zinco, che pur eccellono,
ella è, torniamo a dirlo, così piccola, che vi abbisogna dell’ajuto di un ottimo
Condensatore, per far movere di alcun grado l’elettrometro a paglie lunghe
e sottili del VOLTA, per far divergere le punte di tali pagliette di 1. linea
(ossia 2. de’ suoi gradi), o poco più: cosicchè calcola il lodato autore, che la
tensione di elettricità positiva indotta nello zinco, e della negativa nell’ar-
gento in virtù del mutuo loro contatto arrivi appena ad 1/60 di grado di tal
suo Elettrometro, che è pure de’ più sensibili, e cede poco a quello di BENNET
a listarelle di foglia d’oro. Per altri metalli meno diversi sotto tale rapporto,
ossia meno attivi nel mutuo contatto, come argento e rame, rame e ferro,
piombo e stagno, l’elettricità che nasce dal loro combaciamento è 10. o
12. volte minore, cioè giunge al più ad 1/600 di grado; e minore ancora, tantochè
non arriva per avventura ad 1/1000 di grado, la eccitata dall’accoppiamento
di qualsiasi metallo con conduttori di 2. classe, ossia corpi intrisi di umori
poco diversi dall’acqua, o peggio dal contatto di soli conduttori di questa
2. classe fra loro. Le quali minime elettricità ha potuto pure col presidio
di ottimi Condensatori renderle sensibili e manifeste il nostro VOLTA (veg-
gansi le citate sue Memorie). Invero non vi voleva che lui, ed il corredo, ed
uso ingegnoso de’ suoi stromenti, per iscoprire elettricità cotanto deboli,
che, come in addietro, così per lungo tempo in avvenire, e forse per sempre,
sarebbero sfuggite ad ogni altro più attento osservatore.