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e armati intieramente i nervi di laminetta di piombo, diede segni, ma languidi
di elettricità spontanea e solo per pochi minuti.
Tre rane furon gettate nell’acqua di una grande ampolla posta a riscal-
dare sul fuoco: fino a che fu riscaldata essa acqua in 5 minuti circa da 15 gradi a
35.
Verso i 25 gr. si agitarono straordinariamente, a 27 si dibattevano molto, e a
30 colla maggior furia.
Prima dei 32 perderono tutte il moto; se non che una
anche scuoteva un poco una gamba.
A 35 dunque quando parvero tutte compi-
tamente morte, levai dal fuoco l’ampolla.
Lasciai però le rane nell’istesso bagno
per altri 25 minuti, che impiegò l’acqua a raffreddarsi fino a 30 gradi.
Allora
tiratele fuori, le trovai tutte e tre rigide, istecchite, colle mani congiunte sul
petto, il dorso inarcato, e molto teso, e le gambe posteriori stirate e inflessibili.
Ne posi una su di un tavolo e ve la lasciai per ore; un’altra l’involsi in un panno,
e la terza mi misi tosto a prepararla.
Osservai dunque in questa, che il cuore non pulsava, nè poteva eccitarsi.
I muscoli eran bianchi, e come staccati uno dall’altro, discretamente rigidi,
e inflessibili affatto le giunture, fuorchè quelle dei diti.
Preparata al modo solito, e armati compitamente i nervi non diede il mi-
nimo segno di elettricità spontanea, e neppure si convelse alcun suo muscolo
coll’elet. artif., colla scarica di una boccia mezzana a 30 gr. del Qu. el..
Mostrossi dunque spenta del tutto ogni vitalità.
26 Aple.
Posi tre rane nell’acqua, come sopra, che in 6 minuti giunse da 9 a 31.
Si dibatterono furiosamente al solito verso i 27 gradi; e quando fu levata
la caraffa dal fuoco a 31 non avevano ancor finito di dibattersi; ma finirono a
capo di un minuto, e parvero morte, l’acqua essendo venuta da 31 a 30.
Lasciate così nel bagno 12 minuti, nel qual tempo il calore discese a 29 gr.,
ne estrassi una, la quale quasi subito si ricuperò.
Un’altra la cavai fuori dopo 14 altri minuti, il calore del bagno essendo
venuto 26 1/2 gradi: e questa divenuta sommamente floscia e smilza, non ricu-
però, nè moto, nè respirazione, nè alcun segno di vita per un’ora; dopo il qual
tempo mi misi a tentarla coll’elettricità, e la trovai sensibile a quella di 5 gr.
scarsi Qu. El. del semplice conduttore tradotta da un piede all’altro.
Ciò visto passai a prepararla; e trovai, che il cuore pulsava ancora sebben
tardamente, e languidamente.
Nell’infiggere l’ago nella spinal midolla tutti
si convelsero i muscoli delle gambe al solito.
Finita di preparare dava segni dell’elet.
à
spontanea tanto vivaci, come
se non avesse niente sofferto dal bagno caldo, e fosse stata preparata viva.
L’ultima, ch’era la più grossa delle tre, non la tolsi dal bagno, se non pas-
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