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mulazione di detto fluido elettrico nello stagno a spese dell’argento; un’elet-
tricità cioè positiva, ossia in più nel primo, ed una negativa, ossia in meno
nel secondo: elettricità picciola è vero, e al di sotto di quel grado che richie-
derebbesi per darne segno ai comuni elettrometri; ma che pure sono giunto
finalmente a rendere, più che non avrei sperato, sensibile, e fino ad ottenerne
scintille, coll’ajuto del mio Condensatore di elettricità, meglio col duplicatore
a molinello di NICHOLSON (a) fondato sopra gli stessi principj del Condensatore;
istrumento al sommo ingegnoso, che voi, amico, conoscete molto bene, e che
avete anche descritto nel vostro primo Giornale di Fisica, Tomo II.

§ LVIII. Non mi tratterrò pertanto intorno alla costruzione di questa
eccellente macchinetta, sulle attenzioni richieste, acciò le sperienze con essa
riescano a dovere, andando facilmente soggette ad errori ed anomalìe. Nemmeno
vi parlerò a lungo di varie altre cose, che mi ha scoperte tale prezioso stromento
in pochi mesi, che è tralle mie mani, cioè dalla Primavera passata, in cui ho
potuto procacciarmelo (b) . Vi accennerò per ora soltanto, che ottengo con esso
segni di elettricità negativa da una verga o lastra di metallo, da un bastone o
riga di legno, di cartone, ec. isolati a dovere, ed esposti per breve d’ora al Sole,
o al fuoco, o collocati semplicemente in luogo caldo, tantochè perdano per eva-
porazione parte dell’umido aderente. Che segni ancora più chiari, e più pronti
dell’istessa elettricità negativa mi danno codesti pezzi di metallo, di legno, ec.
qualora appesi ad un cordone di seta li aggiro velocemente nell’aria a modo di
fiomba per due o tre minuti: sia che l’elettricità in quest’ultimo modo provenga
similmente da una più grande, o più celere evaporazione, oppur anco si ecciti
dallo strofinamento dell’aria stessa contro tali corpi; giacchè riesce assai bene
la prova anche avendoli previamente asciugati. Che all’opposto ottengo se-
gni di elettricità positiva dai medesimi metalli, legni, cartone, ec. isolati, col
lasciarli esposti qualche tempo in luogo più freddo, od umido, tantochè abbiano
a caricarsi di nuovi vapori.

Le quali sperienze voi vedete quanto sieno interessanti, e come bene com-
provino, e pongano nel miglior lume la mia teoria altrove esposta dell’elettri-
cità naturale atmosferica originata dalla formazione, e innalzamento de’ vapori
da’ corpi terrestri, e susseguente condensazione de’ medesimi negli strati d’aria
più freddi. Infatti che può desiderarsi di più, ora che senza ricorrere ad una va-
porizzazione forzata ottengo facilmente segni di elettricità negativa eziandio colla
sola blanda e naturale evaporazione, e ne ottengo pur anco di elettricità positiva