418
volentieri alla 1a più comune ed usitata dei metalli diversi; intorno alla quale,
oltre a quanto ho già espostonel presente, che in varj altri scritti degli anni
passati, ho di che trattenervi ancora con osservazioni e sperienze nuove fatte
da me in questi ultimi mesi, che mi hanno condotto molto avanti, e che vi pia-
cerà forse di pubblicare nel vostro ricchissimo, e applauditissimo Giornale.

§ LV. Ritenuto come cosa, di cui non può in alcun modo dubitarsi, che
nella combinazione di due metalli diversi, i quali con un capo si toccano im-
mediatamente, e coll’altro applicansi ad un conduttore umido ad essi frapposto,
si eccita, in virtù di tali combaciamenti, una corrente elettrica, e questa
(prendendo per esempio la fig. 1) [1] nella direzione supponiamo A Z a (a) ,
può domandarsi in quale, e per quale dei tre combaciamenti, che ivi han luogo,
venga dato l’impulso al fluido elettrico, che lo determina a tal corrente. È egli
nel mutuo contatto dei due metalli A Z, e quivi solo, che sorge l’azione inci-
tante esso fluido, che lo sollecita cioè a passare dal primo al secondo? Oppure
gli vien dato impulso unicamente, o principalmente ne’ rispettivi combacia-
menti del conduttore umido a col metallo A da una parte e col metallo Z dal-
l’altra; e determinata vien quindi la corrente perciò, che tali impulsi sieno o
cospiranti nell’indicata direzione, ovvero anche opposti l’uno all’altro, ma dise-
guali in forza? Può concepirsi infatti, che Z abbia potere di cacciare il fluido
elettrico nel conduttore umido a, cui sta applicato; ed A potere di tirarlo a
dal medesimo; e può concepirsi egualmente, anzi con maggiore verosimiglianza,
che ambedue i metalli spingano esso fluido in detto conduttore a (o qualsisia
altro di 2a classe), che combaciano, e siano così le due azioni, in opposizione;
ma che una superi l’altra, quella cioè che muove e incalza il fluido elettrico
da Z in a prevalga all’altra, che lo spinge da A in a.

§ LVI. Non voglio dissimulare, che in passato io inclinava molto a quest’ul-
tima supposizione, a riporre cioè l’azion movente il fluido elettrico, anzichè