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Non è dunque fuori del possibile, nè del verosimile, che la condensazione nei
nostri piattelli di metallo tirati a perfezione, che si combaciano nel miglior
modo colle loro ampie, monde e asciutte superficie, arrivi a 200 e più, e forse
a 300 volte, riguardo ad un’elettricità, che nel suo maggior vigore resta al di
sotto di 2 gradi.
§ XCV. Or se tale si ponga la condensazione, cioè =300, quando col mi-
gliore combaciamento de’ due piattelli, e le altre circostanze favorevoli, si
ottiene tanta elettricità in quel d’argento, o in quello di zinco, indi staccati,
da comparire forte di grado 1 1/2, ossia da far divergere fino a 3 linee le fogliette
dell’elettroscopio di BENNET ( § XCII) (che è presso a poco il sommo, che ho po-
tuto ottenere), ne verrà che la forza ossia
tensione elettrica
nell’attuale comba-
ciamento agguagliava soltanto 1/200 di grado; e che per conseguenza non ecce-
dendo il
maximum di tensione, che risulta dalla composizione delle forze mo-
trici e conduttrici, potè essere frenata e ritenuta ne’ rispettivi piattelli, mal-
grado cioè la facoltà conduttrice, de’ medesimi, la quale cedente fino a quel
segno alla contraria forza motrice, può considerarsi, come unita a un certo
grado di coibenza; coibenza piuttosto avventizia od
accidentale che originaria;
insomma maggiore assai di questa: tutto ciò conforme a quanto ho avanzato
già, e spiegato in più d’un luogo (vegg. § LXXI, LXXII della lett. prec. e
LXXXVII e XCI della presente).
Che se la condensazione giunge solo a 200, o a 150 volte, il che s’accosta
forse più al vero (almeno ove le faccie metalliche non sono del tutto piane ed
eguali, lisce e terse, o non si applicano l’una all’altra nel miglior modo); e se
l’elettricità che si ottiene giunga ad 1 sol grado, a far divergere cioè di 2 lin.
e non d’avvantaggio le fogliette d’oro, come accade più sovente, basterà an-
cora supporre a detti metalli una coibenza eguale a 1/200, o assai più ad 1/150
di grado.
§ XCVI. Or una tale coibenza de’metalli, ed anche se si supponesse un
poco maggiore, anche facendola arrivare a 1/100 di grado, è così picciola cosa,
che non dovrebbe esservi difficoltà ad ammetterla, quand’anche si volesse
originaria; molto meno dunque ve ne può essere, molto meno potrà dirsi che
ripugni tal coibenza alla facoltà conduttrice de’ medesimi metalli conside-
randola come avventizia od
accidentale, cioè risultante dal conflitto di essa
facoltà conduttrice colle contrarie forze motrici, che dispiegansi ne’ combacia-
menti metallici (§§ cit.).
§ XCVII. Dietro le indicate determinazioni (le quali, se non sono esatte,
si accostano più o meno al vero o al giusto), così intorno alla virtù de’ conden-
satori, riguardo cioè a quale e quanto accumulamento di elettricità possono essi
procurare, come intorno al
maximum
di
tensione elettrica
risultante dalla com-
posizione delle forze motrici, e conduttrici nel contatto mutuo di due metalli,
e corrispondente
coibenza
con cui essa
tensione
si equilibra; il quale
maximum
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