439
orli soltanto; o se tal contatto ad angolo, o dei soli orli accada in ultimo perchè
s’inclini un piattello verso l’altro staccandoli, o in altra maniera si faccia mala-
mente un tale distacco: in tutti questi casi sortiranno i medesimi piattelli
di argento e di zinco da tali contatti condebole elettricità, che appena po-
tranno darne qualche segno al più delicato elettroscopio, o non ne daran punto:
molto meno ne daranno in simili circostanze altri piattelli meno diversi tra
loro, ec.

§ XC. La ragione per cui importa così tanto, che il contatto de’ due me-
talli sia il più ampio ed esatto, che le faccie dei piattelli piane, eguali e monde
si combacino nel miglior modo, si è, perchè compensandosi in certa maniera
le contrarie elettricità ne’ due piattelli così affacciati, e ciò tanto meglio, quanto
appunto tale affacciamento è più largo, e giunge a maggior prossimità, si so-
stengono esse a vicenda, in guisa che posson crescere corrispondentemente
in quantità senza distruggersi l’una l’altra: come coerentemente ai noti prin-
cipj e leggi intorno all’azione delle atmosfere elettriche, applicate particolar-
mente al Condensatore, ho spiegato già nella lettera precedente (dal § LXXI
al LXXVI).

§ XCI. Abbiam supposto ivi, che la picciolissima coibenza, che può rite-
nere il fluido elettrico sbilanciato tra due metalli accozzati, e che lo ritiene in-
fatti nello zinco, in cui venne accumulato in virtù del semplice suo contatto
coll’argento, sicchè non rifluisca da quello a questo, che tal coibenza sia eguale
a 1/200 di grado. Questa cosa spiegata un poco meglio nella nota al § LXXI
di tal lettera, indi anche al § LXXXIV della presente, e che vorrei pure dilucidare
quì d’avvantaggio, riducesi a ciò, che dalla composizione delle forze motrici e delle
conduttrici, eguali queste presso a poco per tutti i metalli, differenti quelle per
ciascun metallo diverso, ne risulta una data determinata forza, o tensione di
elettricità comportabile da una data combinazione di metalli addotti al mutuo
contatto, che può sussistere cioè a fronte della loro conducibilità; la quale fa-
coltà conduttrice perdente nel contrasto, ossia resa in qualche modo minore,
luogo ad una certa qual coibenza accidentale maggiore assai della coibenza
loro nativa od originaria, di quella cioè che compete ad essi metalli negl’in-
contri di simile a simile, ec., in cui forze motrici non hanno influsso. Un tale
bilancio delle forze motrici e conduttrici nell’argento e zinco cimentati tra
loro diciamo dunque aver luogo, ridotta che sia la tensione elettrica a 1/200 di
grado, cioè questo essere il risultato della composizione di tali forze.

§ XCII. Or valutisi, come io soglio, per 1 grado quella forza elettrica,
che appena comincia ad essere sensibile ad un elettrometro di paglie lun-
ghe tre buoni pollici e sottilissime, facendo divergere di mezza linea le loro
punte (a) , e corrispondentemente 2 lin. le listerelle di foglia d’oro dell’elettroscopio