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voglia potenza, risolvonsi in un impulso che detto fluido riceve), tali forze
differiscono notabilmente per ciascuno, come ho insinuato in molti luoghi,
in modo che combinata colla facoltà conduttrice, la quale può supporsi presso
a poco eguale in tutti, ne risulta per ogni diversa combinazione, ossia coppia di
metalli, un diverso sbilancio di fluido elettrico, ec. Così se lo sbilancio tra ar-
gento e zinco si ponga = 2 (§ prec.), sarà eguale a 1, poco più poco meno,
quello tra argento e stagno, e tra stagno e zinco; eguale presso a poco a 1/2 lo
sbilancio tra argento e ottone, tra ottone e ferro, tra ferro e stagno, ec.; tra al-
cuni altri metalli meno diversi ancora in ordine alla virtù motrice, come oro
e argento = 1/4, o minore; finalmente minimo od inapprezzabile tale sbilancio
per altre combinazioni, ma non mai nullo affatto, se non fra metalli in tutto
simili, della stessa specie cioè, della stessa tempra, polimento, ec., ne’ quali
non avendo effetto, ossia bilanciandosi le forze motrici perfettamente eguali,
fanno che si comportino i due metalli compagni come semplici conduttori, e
sortano quindi dal mutuo combaciamento, fatto anche nel miglior modo,
senza il minimo che di elettricità.

§ LXXXIX. Ho supposto fin quì, che il combaciamento de’ due metalli
succeda in assai ampie superficie de’ medesimi, ben piane, asciutte e terse,
e riesca al più possibile esatto; che il distacco si faccia ad un tratto, e perpen-
dicolarmente, mantenendo cioè parallele le faccie fra loro fino a che ne sia
compita la separazione, e il necessario allontanamento. Egli è solamente con
queste attenzioni, e nelle circostanze favorevoli di tempo secco, onde i neces-
sari isolamenti mantengansi perfetti, cose tutte, che ho già sopra prescritte
(§ LXXXIV), che ottengo realmente da’ miei piattelli tanta elettricità, quanta
ho (ivi) spacciato di ottenere. Mancando in qualche parte a tali condizioni,
non arrivo più co’ piattelli d’argento e di zinco a far divergere le fogliette del-
l’elettroscopio di BENNET le 3 linee; e per poco neppure le 2: e così a propor-
zione cogli altri metalli: e siccome adoperando anche colla maggiore attenzione
e diligenza non sempre il combaciamento degli stessi piattelli riesce egual-
mente bene, di che è prova la coesione or maggiore, or minore, or nulla che mi
si manifesta nello staccarli; così avviene, che da una volta all’altra sortano gli
stessi metalli dal mutuo combaciamento con diverso grado di elettricità; che
i piattelli d’argento e di zinco rare volte ne abbiano acquistata tanta da far
divergere 3 lin. le fogliette dell’elettroscopio di BENNET; che sovente non le
allarghino che 2 circa, come or ora si disse, ec. Che se le faccie de’ piattelli
siano notabilmente ineguali, o scabre, o sucide, sicchè niuna sensibile coesione
abbia luogo, sarà molto se giungeranno essi piattelli d’argento e di zinco a
tanto di elettricita da movere le fogliette d’oro di 1 lin. o di 1 1/2; peggio poi se
si sovrapponga l’un piattello all’altro per metà solamente, o per una più pic-
cola porzione di dette faccie piane; e peggio ancora se si applichino non paral-
lelamente, ma ad angolo e per pochi punti; se il contatto abbia luogo negli