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metro, e a questo piattello s’infonde direttamentel’elettricità della boccetta, ec.;
col quale condensatore, reso così più semplice, e più comodo, che ho già altrove
descritto (*) , e ricordato pure nella presente lettera (§ XCIV), ottengo assai più,
che con un altro qualsiasi. Solamente dunque quando neppure con 100 con
150 toccamenti fatti per caricare la boccetta, e col miglior condensatore posso
rendere sensibile l’elettricità, che acquista un metallo toccandone un altro, o
pochissimo diverso, o con presentargli affatto piccola superficie, è necessario
ricorrere al duplicatore, il quale può dar segni anche di un’elettricità minore
di 1/100 di grado, come si è veduto nella lettera precedente.

§ CVII. Non fa bisogno di molta spiegazione per intendersi, che acciò
il piattello isolato possa cogli alternati suoi toccamenti andar caricando la
boccetta, dee poter acquistare nuova elettricità ad ogni volta che si applica
all’altro piatto di diverso metallo; e che perciò dee quest’ultimo non essere
altrimenti isolato; ma comunicare col suolo, come ho già prescritto (§ CII),
o con altro capace recipiente, come vado a mostrare; onde rimettersi in equi-
librio in tutto o in gran parte, ricuperare cioè il fluido elettrico perso, o dismet-
tere l’acquistato, secondo la natura sua, e del primo, qualunque volta ne vien
separato, e abilitarsi così a dar a quello nuovo fluido, o a riceverne, quando di
nuovo tornerà a combaciarlo.

§ CVIII. Ora un recipiente abbastanza capace all’uopo può essere un’altra
boccetta di LEYDEN, ancorchè avente pochi pollici di armatura; sebbene non
lo sia quanto l’ampio ricettacolo della terra. Isolato dunque anche il piatto
inferiore, il quale sia presso a poco della medesima grandezza del superiore,
sopra un piede, o colonnetta di vetro incrostata di ceralacca, o altrimenti,
lo si faccia comunicare all’uncino, ossia all’interna armatura di una tal boccetta,
che coll’esterna comunichi col suolo: così disposte le cose si applichi a questo,
che riman fisso, l’altro piattello volante, e si stacchi a riprese colle solite atten-
zioni, e si porti ogni volta che si stacca a toccare all’altra boccetta, che tiensi
in mano, come nelle sperienze precedenti. Con ciò verrannosi a caricare am-
bedue le boccette l’una in senso contrario all’altra; e potrà ciascuna dopo non
molti di tai toccamenti, col solito ajuto del condensatore (massime del conden-
satore a guanto sopra indicato (§ XCIV e CVI), far comparire nell’elettrometro
segni abbastanza forti dell’elettricità contratta dal rispettivo piattello; cioè
se sieno per es. di ottone l’uno, l’altro di stagno, la boccetta che comunicò col
primo darà, ossia farà dare al condensatore segni di elettricità negativa, l’altra
che comunicò col secondo segni di elettricità positiva.

§ CIX. È quasi inutile il dire, che può, se si vuole, caricarsi la sola boccetta