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una o l’altra gamba della medesima in modo di portare il già nominato tendine
in contatto di qualche parte del tronco, o dei nervi crurali, si eccitino le solite
convulsioni. Ciò non vi accadrà sempre, in tutte le rane, sovente però
nelle più vivaci, ove rimaste siano dalla preparazione grondanti o imbrattate
almeno di sangue. Quando dunque avete una rana così preparata e disposta
che alla prova risponda, cioè vi dia le convulsioni, detergetela e lavatela ben
bene in acqua pura; ciò fatto mettetela di nuovo alla prova, e non vi riuscirà
più di ottenere le convulsioni. Visto questo, bagnate con una o poche goccie
di muco, di acqua salata, di lisciva o meglio di potassa sciolta, o la parte del
tendine, o quella del tronco, o dei nervi sopra di cui ha da farsi il contatto, e
le convulsioni ricompariranno all’atto di tale toccamento, come prima, e meglio
di prima, sebbene trovisi la rana ormai non poco stanca e debilitata.

Riesce egualmente l’esperienza, se invece di bagnare immediatamente
le parti delicate della rana col liquor salino, capace di offenderle, massime se
egli è un forte alcali, ne inzuppate un pezzetto di spugna, di carta bibula, di
esca od altro simile, e postolo in comunicazione o immediata, o mediata per
mezzo di un altro umido conduttore, col tronco della rana, adducete poi la
gamba della medesima, cioè il solito tendine, al contatto di tale spugna od
esca inzuppata di detto liquor salino.

§ LII. Con altre manipolazioni ancora riesce di eccitare le convulsioni
nella rana impiegando solamente conduttori umidi o di seconda classe, e niuno
della prima, niun metallo: come tenendo immerso il tronco della bestiuola
nell’acqua d’un bicchiere o catino, e adducendo quindi al contatto di essa
acqua una o l’altra gamba, e propriamente la parte tendinosa tante volte no-
minata, intrisa del liquor salino: oppure facendo che peschi col tronco in un
bicchiere, e colle gambe in un altro, ambedue pieni d’acqua, e compiendo poi
il circolo col tenere immerso un dito netto in un bicchiere, e intingere un altro
dito sporco sulla punta di alcali od altro liquor salino, nell’altro bicchiere; o
invece dei due diti facendo servire d’arco conduttore un pezzo di carne fresca,
o un grosso tendine succoso di qualunque animale, una fetta di pomo o d’altro
frutto, di polenta, di bianco d’uovo indurito, di cacio, ec., un’estremità del
qual arco sia intrisa parimenti d’alcali ec.

Ma assai più di rado si ottengono i moti nella rana con queste preparazioni,
che colle altre più semplici descritte ne’ precedenti §§; le quali neppur esse,
torniamolo a dire, producono sempre l’aspettato effetto; e quando pure il
producono, egli non è che in un grado debolissimo a paragone di quello che si
produce, ove nel circolo conduttore entrino o due metalli assai diversi, od un
solo ma frapposto a conduttori umidi molto diversi. Infatti abbiam veduto,
che sì coll’una che coll’altra di queste due maniere si giunge a scuotere fino una
rana non finita di preparare, e neppure sventrata; laddove con soli conduttori
umidi, o di seconda classe, siano quanto si voglia diversi, appena si riesce e