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§ XLII. Non parlo qui delle alterazioni più profonde e più durevoli, che
si possono indurre sull’una o sull’altra estremità dell’arco metallico, singolar-
mente se di ferro, cambiandone la tempera: mezzo, col quale si può fare, ch’un
tal arco semplice, cioè di un solo metallo, sia atto non solamente ad eccitare
le contrazioni e subsulti nelle rane preparate di tutto punto, ed anche non finite
di preparare; ma perfino le sensazioni di sapore sulla lingua, di chiarore nel-
l’occhio, ec. quantunque non lo si faccia toccare coi suoi due capi perfetta-
mente netti, che a dell’acque pura. Queste sperienze, e molte altre analoghe
han fatto il principale soggetto della prima delle mie Lettere all’Ab. Vassalli
Professore di Fisica a Torino scritta nel mese di Dicembre del 1793, e pubbli-
cate in seguito con altre nei Giornali del Prof. Brugnatelli.

§ XLIII. Ma se l’argento è meno soggetto ad essere attaccato dai liquori
salini, ed altre sostanze (a riserva dei solfuri, che lo anneriscono al momento),
meno suscettibile di contrarre delle alterazioni considerabili e permanenti,
e quindi preferibile a molti altri metalli per ciò che meno può dar luogo a delle
anomalìe; lo stagno è molto preferibile all’argento, e proporzionatamente agli
altri metalli, per la sua più grande attività, cioè a dire per la forza degli effetti
ch’egli produce in virtù de’ suoi contatti con quasi tutti i conduttori umidi
come ho già fatto osservare (§ 37). L’esperienza descritta al principio di questa
lettera, della tazza di stagno piena di un liquore alcalino, e impugnata dalle
mani molli di acqua, tale sperienza, con cui si eccita la sensazione di un sapor
acido sulla punta della lingua al primo intingerla in detto liquore, n’è una
prova, giacchè invano ci aspetteremmo un così grand’effetto da una tazza di
Piombo, di Ferro, di Rame, e meno poi d’Argento. Si otterrebbe ben anche
da quest’ultima, si sentirebbe il sapor acido deciso e assai forte, se contenesse
qualche solfuro in liquore, ma non contenendo de’ liquori alcalini.

§ XLIV. Il fluido elettrico è dunque spinto comunemente colla più grande
forza e attività allorchè il metallo interposto fra l’acqua, e un liquore alcalino
od altro salato, è stagno (§37): esso è spinto ancora tanto validamente da ecci-
tare sulla lingua la sensazione di sapor acido, allorchè il medesimo stagno si
trova frapposto all’acqua e ad un liquore mucilaginoso per stesso insipido:
come se si fa l’esperienza colla tazza piena d’una soluzione di gomma, di colla
liquida, di chiara d’uovo, ec. Gli altri metalli producono bene anch’essi qualche
effetto in simili circostanze; ma più debole, e l’argento meno di tutti (§ cit.).

§ XLV. È abbastanza conosciuta una somigliante sperienza, ch’io aveva
immaginata e che mostrava a tutto il mondo, ha più di tre anni non già, con
due liquori differenti e un sol metallo, come nelle sperienze or ora descritte;
ma inversamente con due metalli diversi, e un sol liquore. Prendevasi una
tazza di stagno, o meglio di zinco, sostenuta da un piede d’argento, e riempi-
vasi d’acqua. Ciò fatto una persona della compagnia intingeva l’apice della
lingua in quell’acqua, e la provava affatto insipida, fintantochè non toccava