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alle medesime giusto per rapporto a una tale differenza dei metalli, da cui
come sapete io faccio dipendere tutto il giuoco in tali sperienze, e non da un’elet-
tricità propriamente organica, come han preteso i Galvaniani.

§ XXI. L’altra maniera, che è l’inversa della prima, e di cui si ha il tipo
nella fig. 2, cioè di un sol metallo interposto a due conduttori umidi diversi,
es. gr. a dell’acqua semplice, o corpo imbevuto d’acqua da una parte, e ad
un liquore mucoso, saponaceo, o salino dall’altra; quest’altra maniera io non
l’ho scoperta propriamente e ben stabilita, che nell’autunno del 1794, e quan-
tunque io ne abbia mostrato dopo tal tempo le sperienze moltiplici e in cento
modi variate a molti, tanto nazionali, che forastieri, fra’ quali al Cons. Hum-
boldt più sopra nominato (§ 8), il quale ha fatto parte di alcune in un’altra
sua lettera al medesimo Prof. Blumenbach del 26 Agosto 1795, inserita egual-
mente nel II Tomo del vostro nuovo giornale Parte IV, pag. 471, quantunque
io ne abbia scritto a varj de’ miei corrispondenti, e pubblicate anche alcune
lettere, in cui la cosa è chiaramente annunziata; non ho ancora posto questo
nuovo soggetto in quel lume, che merita: ciò che mi propongo di fare in parte
adesso, e più ampiamente a migliore opportunità

§ XXII. Or bene, l’esperienza singolare, che vi ho descritta al principio
(§ l), del sapore acido eccitato sulla punta della lingua al primo suo toccare
nelle date circostanze un liquor alcalino, appartiene, come vedete, a questa
seconda maniera (§ prec.) d’incitare e mettere in circolo il fluido elettrico, la
tazza di stagno venendo toccata al di fuori dalla mano bagnata d’acqua e al
di dentro dal liquor alcalino (§ 1); e mostra che questa corrente elettrica, pro-
ducendo un tale e tanto effetto, non è men forte e attiva, anzi supera per av-
ventura quella che si eccita nella prima maniera, cioè coll’impiegare due metalli
sufficientemente ben assortiti, come sarebbe piombo e rame, ferro e argento,
zinco e stagno, e interporre ai medesimi de’ semplici conduttori acquei.

§ XXIII. Aggiungerò qui, che se allo stagno solo frapposto all’acqua e
ad un liquore alcalino si eguaglia quasi l’effetto che producono due metalli
i più diversi fra loro in ordine a tal virtù elettrica, come argento e zinco, ai quali
trovinsi, come diceva, interposti dei Conduttori acquei, si può un effetto egual-
mente forte, ed anche più forte ottenere col ferro solo, o coll’argento solo,
frapponendo cioè il ferro all’acqua da una parte e ad ossinitrico dall’altra, e
per l’argento frapponendolo ad acqua, e ad un solfuro in liquore.

§ XXIV. Così dunque una rana decapitata, e finita di trucidare col pas-
sarle uno stecco per entro e tutt’al lungo della midolla spinale, immergetela,
senza prepararla altrimenti, senza sventrarla, senza neppure scorticarla, in
due bicchieri d’acqua, cioè parte del tronco in uno, e parte delle gambe nel-
l’altro, al solito: ella sarà, vivamente scossa, e soffrirà violenti sbattimenti
tosto che voi stabilirete una comunicazione fra le acque dei due bicchieri
mediante un arco formato da due metalli molto diversi, come argento contro