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§ XVII. Questo v’insegna con qual attenzione e cura scrupolosa debbono
esser fatte queste sperienze, per evitare degli errori, e degli equivoci troppo
facili a nascere, e che potrebbero far comparire pieno di anomalie e d’incertezze
quello che pure è perfettamente conforme ai principj da me stabiliti.

§ XVIII. Che se io separo un dall’altro coll’interporvi dell’acqua, o qualche
corpo umido, grande o piccolo che sia, non solamente i metalli dell’una coppia
A Z, come nella fig. 14, ma ben anche i due dell’altra simile coppia, come rap-
presenta la fig. 18, allora ciascun pezzo di metallo trovandosi frapposto a dei
conduttori umidi simili, con che le azioni quali esse sieno, che ciascuno di quelli
esercita contro questi debbono venir quinci e quindi bilanciate; in somma non
avendo luogo alcun contatto mutuo di metalli diversi, ciò che abbiam veduto
(§ 10) essere necessario per eccitare la corrente elettrica, quando appunto gli
altri conduttori umidi sono o simili affatto, o poco dissimili fra loro, ecco di
nuovo che la rana non è punto commossa.

§ XIX. Non voglio trattenervi più a lungo intorno a simili combinazioni,
che si possono variare all’infinito con un maggior numero di pezzi metallici,
di due, di tre, e più specie ec., e in cui si potranno facilmente predire gli eventi,
o almeno si troveranno sempre, dietro un attento esame, consentanei ai prin-
cipj stabiliti. Mi basta al presente di conchiudere, che se in un circolo composto
di due conduttori soli, per differenti ch’essi sieno, i contatti mutui non possono
occasionare alcuna corrente elettrica valevole ad eccitare sensazioni,
moto muscolare (§ 5); e se al contrario quest’effetto ha luogo infallibilmente
tutte le volte che entrano nel circolo tre conduttori, uno d’una classe, e due
dell’altra parimenti diversi fra loro, e posti a mutuo contatto (§ 3), effetto
tanto più forte, quanto questi son più diversi tra loro; negli altri casi, in cui
entrino più di tre conduttori diversi, l’effetto ha o non ha luogo, giunge a tale
o tal grado, secondo che in differenti combinazioni le forze che si spiegano
a ciascun contatto eterogeneo, e delle quali molte si trovano in opposizione
spingendo, sollecitando il fluido elettrico in senso contrario, secondo, dico, e
a misura che tali forze trovansi controbilanciate (il caso di un perfetto equi-
librio si comprende che dev’essere molto raro), ovvero che la somma di quelle
tendenti e cospiranti ad una direzione supera la somma di quelle tendenti alla
direzione contraria.

§ XX. Ma lasciando le combinazioni troppo complicate, e ritornando ai
casi più semplici, e perciò più dimostrativi dei tre conduttori diversi gioverà
quì osservare che la maniera rappresentata dalla fig. 1, cioè di due metalli
o conduttori di prima classe di differente specie, addotti ad un contatto im-
mediato tra loro, ed applicati d’altra parte a dei conduttori umidi, o di seconda
classe, in modo da formare tutt’insieme un circolo, codesta maniera è quella,
che si è praticata comunemente dal principio del 1792 fino ad ora dietro le
scoperte di GALVANI, e dietro ciò che da me è stato consecutivamente aggiunto