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una corrente sola che rientra in se stessa e circola incessantemente con più
o meno di velocità ove dispongasi un buon arco conduttore, che metta in
congrua comunicazione più o meno essi capi, o poli dell’elettromotore.

Tali sono in breve le spiegazioni, che ne ha date il VOLTA dell’Elettro-
motore semplice e composto nelle varie sue memorie sopra quest a materia|o soggetto.
Insisteva sempre a dire che la mossa al fluido elettrico nel contatto di due
conduttori di prima classe dissimili, dovea riguardarsi come proveniente
da impulso anzichè da attrazione propriamente detta. Ma ora non sembra
più contento di tal supposizione troppo vaga e indeterminata.

È facile|presto detto il dire un impulso, e ammesso spiega tutto benissimo; ma
qual è quest’impulso che si al fluido elettrico, d’onde proviene, e come?
Meglio è dunque ricorrere se si può all’attrazione od affinità, che son forze
già ammesse, e in parte almeno conosciute meglio sì, che inventare di posta
un impulso, che non si saprebbe definire. Or ecco dunque i suoi nuovi
pensieri che ci ha recentemente comunicati.

I diversi corpi hanno dipendentemente dalle loro attrazioni ed affinità
diverse capacità come pel calorico, così pure pel fluido elettrico, cosicchè in
quella guisa che per la medesima temperatura la quantità di calorico|fluido calorifico
trovasi in quali maggiore in quali minore, ossia, ciascuno ha il suo ca-
lore specifico, parimente ad un’eguale temperatura, elettrica diciam così
od equilibrio di elettricità ciascun corpo possiede maggiore o minor dose
di fluido elettrico a norma della sua specifica capacità. Ciò posto ogni qual-
volta e fintanto che due metalli diversi, supponiamo rame e zinco, si trovino
avere quella dose di fluido elettrico, che loro compete relativamente all’aria
ambiente, e a tutti i corpi conduttori di 2.a classe con cui comunichino, sa-
ranno troverannosi e rimarranno nello stato di equilibrio, in cui niuna ten-
sione, niun segno elettrico appare; con tutto però che trovinsi equilibrati que’
conduttori di 1.a classe con questi di 2.a trovandosi il fluido elettrico ripartito
tra gli uni e gli altri in giusta dose, proporzionata cioè alle rispettive capacità,
può non esserlo fra que’ due metalli, rame e zinco confrontati, e posti a mutuo
contatto; e VOLTA suppone che sia appunto questo il caso in ogni combina-
zione di metalli, o conduttori di 1.a classe diversi. Suppone per esempio, che
il rame e lo zinco, che prima cogli altri corpi non metallici trovansi composti
all’equilibrio siccome provveduti di fluido elettrico a norma delle rispettive
capacità, portati a mutuo contatto esiggano per le loro capacità relative un
altro riparto, cioè dosi di fluido alquanto diverse, tantochè per es. il rame
di 100 ne ceda 1 allo zinco giungendo questo a 101. e rimanendo quello con 99.
con ciò trovansi tra loro appagati; e in equilibrio; ma l’uno l’altro or