J. 89:

Se lo zinco tira a porzione del fluido elettrico dal rame cui sta in con-
tatto in virtù di un’attrazione prevalente sua propria; perchè poi soddi-
sfatta tale sua esigenza non se lo ritiene questo fluido di cui abbisogna, ma
tende a mandarlo fuori, e lo trasmette infatti al conduttore umido che ei
tocca dall’altra parte ecc? e agl’altri in seguito? Ecco, se ben si comprende,
l’obbjezione che vien fatta alla teoria di VOLTA. Ma egli l’avea prevenuta
col dire e ripetere nelle sue memorie, che lo zinco per una specie di affinità
od attrazione prevalente che abbia non cerca già di arricchirsi di fluido elet-
trico a spese del rame, non lo esige propriamente per soddisfare ad un suo
bisogno, o saturarsene; ma bene che vi viene spinto dentro da un impulso
qualsiasi occasionato dal mutuo contatto col rame, tal che se ne sente esso
zinco gravato, e soffre di codesto eccesso di fluido elettrico in guisa, che cerca
per ogni modo di scaricarsene spiegando quella tensione di elettricità posi-
tiva che vi si osserva, e se ne scarica effettivamente ove comunichi a qualche
conduttore di seconda classe, ossia umido, intantochè d'altra parte il rame
risentendosi della perdita fatta spiega una tensione di elettricità negativa,
e cerca di ristorarsi traendo il fluido elettrico d’onde può, e come può: il
che se avviene, e finchè avviene torna e continua a venire e generare fluido
elettrico da esso rame risarcito, ad esso zinco sgravato in virtù del mutuo
loro contatto che persevera; e così continua e circola la corrente elettrica, ecc.

Per questa virtù che posseggono i metalli e i carboni di sbilanciare pel
mutuo contatto di due fra loro diversi il fluido elettrico spingendone dal-
l’uno nell’altro una certa dose, picciola a dir vero, per cui divengono elet-
trizzati alcun poco ambedue quello per difetto, questo per eccesso, sono stati
denominati dal nostro VOLTA motori di elettricità, quando prima erano ri-
guardati quali semplici conduttori. Come poi codesti conduttori perfetti
ch’ei chiama di prima classe sono insiememente motori, ma motori deboli;
così gli altri conduttori imperfetti ch’ei dice di seconda classe, i conduttori
umidi cioè, i semiliquidi, ecc. sono bensì motori anch’essi in un qualche modo,
ma debolissimi, e in niun modo da paragonarsi ai primi. Così è che nella
costruzione degli apparati elettromotori composti, da lui inventati, e descritti,