Estratto dalla J. 88 pag. 5:

Insomma la risultante dalla composizione di quelle due forze o potenze,
deve essere un di mezzo fra tutto il disequilibrio, voluto dirò così dall’una,
e l’equilibrio voluto dall’altra; e epperò|quindi una parte di quello, qualche dise-
quilibrio cioè. Così nella parità già sopra accennata|prodotta
di un corpo elastico
sottoposto a pressione, dall’azione di questa che s’impiega a mutarne la figura,
e dal continuo [1] . . . . dell’elasticità che tende a restituirla, ne risulta una
reale mutazione minore certo, che se il corpo fosse cedevole, senza elasticità,
ma pur notabile. Così (per recare altra parità più analoga al nostro soggetto)
un fluido qualunque contenuto in due vasi comunicanti, ove soffra nell’uno
qualche pressione, innalzasi sopra il naturale livello nell’altro, e sebben quivi
tenda a ricomporsi, pur vi si tiene innalzato finchè tal pressione persista a
starvi applicata. Anche il fluido elettrico pertanto malgrado la tendenza a
rimanere o ricomporsi all’equilibrio, e la facilità di conseguirlo, stante la
somma mobilità negli ottimi conduttori che si dispiega insistendo incessante-
mente la forza motrice ne’ punti di contatto di due diversi tra loro, dee da
questa lotta risultarne, che in quello entro a cui è spinto, o attratto si ac-
cumuli effettivamente e vi si tenga accumulato fino a un certo segno. E questo
segno, considerando bene la cosa, dovrebbe anche essere più alto di quello
che ne danno le sperienze, di cui ora trattiamo, dovrebbe l’elettricità nel
contatto sibbene di due metalli diversi, che per tale mutuo contatto dispie-
ghino un vigoroso potere, sorger e mostrarsi più intensa, se non fosse che ne
punti in cui non evvi più reale contatto, ma trovansi vicinissimi ad esso, ivi
la facoltà conduttrice domina sola, e potendo moltissimo a tali minime di-
stanze, distruggere quasi tutto l’effetto di quella forza motrice che ha luogo
ne’ tali punti di vero contatto, porta via quasi tutta l’elettricità.

Abbiam già fatto osservare poco sopra (Pr. ), che anche nei coibenti
l’elettricità che v’induce lo strofinamento scappa in parte dai punti appena
fuori del contatto, riversandosi in quelli dello strofinatore, che vi stan contro