339
ben anche in particolare i rapporti de’ metalli tra loro intorno alla qualità,
di elettricità che affettano, ed alla forza maggiore, o minore, che compete
a ciascuno cimentato con ciascun altro, avendoli riscontrati codesti rapporti
mercè le indicate prove all’elettrometro, tali appunto, quali io li avea già
prima colle altre indagini determinati.

Queste nuove sperienze pubblicate anch’esse in più d’un Giornale ita-
liano ed estero, ed in altre opere dal 1796 in avanti, bastavano a trasformare
in verità dimostrate le antecedenti mie congetture, se altro non fossero state
queste, e lor si avesse voluto contendere il nome di prove, che pur merita-
vano; ad ogni modo non valsero ancora le une le altre, non i segni ch’io
mostrava patenti coll’elettrometro, a far tacere le obbjezioni, e pretese di
alcuni seguaci di GALVANI, e di altri oppositori; molti dei quali non riuscendo
ad ottenere tali segni elettrometrici col semplice contratto di due metalli
anche i più diversi, perchè non seppero procedere in siffatte sperienze molto
delicate con tutta l’esattezza, e le attenzioni richieste, rivocarono per lo
meno in dubbio la cosa; ed alcuni, che pur li ottennero, sembrando loro troppo
debole l’elettricità indicata da tali segni poco percettibili, per poter produrre
le forti convulsioni nelle rane, ecc. si avvisarono di associare gratuitamente
ad essa elettricità un altro agente, o fluido sconosciuto, e di nuova stampa
che chiamarono Galvanico.

A combattere codesta eresia insorsi con nuovi argomenti, e nuove spe-
rienze, e l’ebbi ben tosto soffocata: mi costò molto tal vittoria. Queste
nuove sperienze trionfanti furono principalmente. 1.° l’invenzione da me fatta
sul finire del 1799 dell’apparato elettro-motore composto oggidì tanto cono-
sciuto, e di cui si sono occupati, e si occupano ancora e Fisici, e Chimici; dal
qual apparato, qualunque ne sia la costruzione, o a colonna, che è poi la
così detta pila Voltiana, o a corona di tazze, come io le ho descritte, od altra
equivalente, si ottengono, non che segni elettrometrici tanto più sensibili,
quanto appunto è più composto, cioè di una serie più numerosa di coppie
metalliche attive, p. e. di rame e zinco interpolate da bollettini di cartone,
o di panno bagnati, madelle scosse anche forti alle braccia di una, o più
persone, ecc. 2.° l’applicazione di tal apparato a caricare una, o più boccie
di Leyden, e fino delle grandi batterie nel più breve tempo immaginabile,
ad un grado di tensione eguale a quello dell’elettro-motore medesimo: colla
qual carica poi esse boccie, o batterie producono una scossa sensibilissima,
e se sono molto capaci, poco o nulla inferiore a quella che esso elettro-
motore caricante. Così furono atterrate tutte le obbjezioni, e scomparvero
tante varie ipotesi e sistemi, che si erano fabbricati, sussistendo la sola vera
teoria dell’elettricità semplice e genuina nulla punto diversa dalla comune,
e in ciò solo distinguentesi ch’ella è in certo modo spontanea venendo ecci-
tata e mossa, come io avea avanzato fin dal principio, dal semplice mutuo