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Finalmente è noto, che se il metallo procedente dal polo positivo non
è oro, o platina, ma ancora argento, rame, ferro, ed altro dei metalli non no-
bili, poco o nulla si svolge dall’acqua, in cui egli pesca, di gas ossigeno, ma
che esso metallo invece si ossida a vista d’occhio, o forma anche un sale me-
tallico; e che di acido libero non ne compare punto: intantochè l’altro filo
procedente dal polo negativo non lascia, qualunque ne sia il metallo, di far
scaturire al solito dall’acqua, che lo involge, le bolle in copia di gas idrogeno,
e di rendere essa acqua un poco alcalina.

Ritornando alle sperienze co’ fili d’oro, o di platina, nelle quali si otten-
gono i due gas separatamente ne’ respettivi tubi, niuno ha saputo spiegare
ancora come dall’acqua, entro cui il filo metallico procedente dal polo posi-
tivo fa passare la corrente elettrica, si svolga gas ossigeno, e solo gas ossi-
geno; e dall’acqua confinata nell’altro tubo, e che tramanda la stessa cor-
rente all’altro filo stendentesi al polo negativo, si svolga gas idrogeno, e
solo gas idrogeno. Se l’acqua è composta, come si vuole da’ fisici e chimici
moderni, di ossigeno e d’idrogeno in dose di circa 85 in peso del primo, e
15 del secondo, dove va, o cosa diviene l’idrogeno del primo tubo, quella
porzione, dico, d’idrogeno, che corrisponde all’ossigeno, che ivi compare?
Dove va, o cosa diviene l’ossigeno dell’altro tubo, ossia di quelle mollecole
d’acqua, che quivi decomponendosi, dan fuori l’idrogeno in forma di gas?
Queste sperienze pare che non si conciglino troppo bene colla teoria della
composizione, e decomposizione dell’acqua; i sostenitori della quale han
dovuto ricorrere per ispiegarle in qualche modo a delle ipotesi più o meno
forzate: com’è quella, la quale suppone, che mentre l’uno dei principj costi-
tuenti l’acqua l’ossigeno, per esempio, rimane indietro, e prende la forma di
gas attorno al filo d’oro, o di platina, ovvero ossida qualche altro metallo;
l’altro ingrediente venga assunto dal fluido elettrico, che lo disciolga, e seco
lo trasporti fino all’entrare nell’altro filo, ove coartato esso fluido elettrico
nel passaggio, lo deponga, disponendolo così a prendere la forma di quel-
l’altro gas, od a combinarsi altrimenti. In questa ipotesi, che fu avanzata
cinque anni sono da FOURCROY, e che io stesso prima di lui volgeva in mente,
e cercava di rendere se non plausibile, meno paradossa; in questa ipotesi,
l’acqua che subirebbe la decomposizione, sarebbe quella di uno solamente
dei due tubi, e quella dell’altro resterebbe intera, ed intatta.

Un’altra spiegazione egualmente forzata, e difficile ad ammettersi ne
ha data BERTHOLLET, supponendo, che l’acqua possa perdere dell’ossigeno
anche in quantità, come accade nel tubo, in cui svolgesi cotesto gas, e così
pure perdere dell’idrogeno, come avviene nell’altro tubo, senza cessare perciò
di esser acqua l’una l’altra, senza snaturarsi, alterandosi soltanto in
qualche maniera, e più o meno per tali mutate proporzioni de’ suoi ingredienti.
Spiegazione, dico, forzata, dopochè sopra le supposte costanti proporzioni