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l’applicazione di questa incessante elettricità possa divenir utile alla Medi-
cina. Diremo soltanto che il mezzo, che questo nuovo apparato ci offre di
amministrare col maggior comodo che desiderare si possa un’elettricità
blanda, ma però anche attiva, e continua, la quale si sostiene quanto tempo
si vuole, per ore, per giorni, senza bisogno di operatore, di assistente;
la quale stimola le parti esterne ed interne, che si vogliono stimolare, diri-
gendosi a volontà, colla conveniente applicazione de’ conduttori, la corrente
di fluido elettrico, e stimolandole eccita la loro sensibilità od eccitabilità, le
scuote, ed altera insignemente, sembra promettere (migliori successi, che
coll’elettricità delle faticose macchine ordinarie: quali successi attendiamo
dal tempo, e dalle sperienze ben dirette che s’intraprenderanno da’ periti
nell’arte. Diremo ancora che alcune di tali sperienze si sono effettivamente
intraprese, e che si vantano già in varie parti dell’Europa e più di tutto in
Germania delle cure mirabili fatte coll’apparato elettro-motore di VOLTA,
singolarmente sopra a dei sordi.

Lasciando noi ai Medici assistiti dai lumi della Fisica di verificare e
promovere questi utili tentativi e ricerche, parleremo di un altro stupendo
effetto, che producono gli apparati Voltiani, e che appartiene alla sola Fi-
sica, e se si vuole anche alla Chimica: questo è la fusione, che si opera de’
fili e fogliette metalliche accompagnata dallo sprazzo di crepitaranti faville,
singolarmente la fusione, e combustione del ferro, in forza della corrente
elettrica mossa da cotesti apparati. Per tali sperienze riesce meglio l’appa-
rato a colonna, ossia la pila, che quello a corona di tazze; e giova assai che
i piatti metallici, e i dischi umidi interposti sian grandi molto, cioè di 5. 6. 8.
pollici di diametro, e questi ben intrisi di qualche buona soluzione salina:
ottima è quella di muriato d’ammoniaca, volgarmente sal ammoniaco. Al-
lora 6. od 8. 10. coppie metalliche bastano già per far abbruciare la punta
di un filo di ferro sottilissimo, e fargli lanciare delle scintille sprizzanti; il
qual filo di ferro faccia o da solo o con altri metalli l’arco conduttore dal piede
alla testa della pila. Crescendo il numero de’ piatti metallici e de’ dischi
umidi grandi, il fil di ferro si fonde e abbrucia per qualche tratto di lun-
ghezza, e sempre più a norma del numero di quelli, e si fondono anche delle
fogliette d’oro, d’argento, ec. In questa guisa è riuscito al dr. Van MARUM
con una pila di 200. paja di cotai grandi piatti, e dischi umidi parimenti
grandi, di fondere in globetti 23. pollici di filo di ferro, e di arroventarne
tutt’al lungo uno di 33. poll. (veggasi la di lui lettera al VOLTA sopracitata).

È ben sorprendente, che i grandi piatti coi grandi dischi umidi, tanto
potenti per fondere i fili e fogliette metalliche, non valgano, per ciò che è
della commozione, e dei segni all’elettrometro, più dei piccioli piattelli. Ses-
santa paja es. gr. di quelli, aventi 6. od 8. pollici di diametro e 60. di questi
larghi solamente un pollice, o meno, movono egualmente di un grado circa