ADDIZIONE ALLA MEMORIA SECONDA
SULL’ ELETTRICITÀ ANIMALE.

Serva, d’esempio ancora la nostra rana non più intiera, come nelle prece-
denti mie sperienze, non mutilata soltanto e troncata come in quelle del
Dr. GALVAnI, ma molto più, fino a farla in piccioli pezzi, e minuzzoli qual pic-
catiglio [1] . Taglio via a dirittura tutto il tronco, e ritengo le sole gambe poste-
riori unite appena fra di loro; dalle quali levata la pelle, applico ed incollo
ad una parte di muscolo d’una un pezzetto di foglietta di stagno largo poche
linee, e lungo un po’ più; all’altra gamba appongo in qualsisia sito di essa, la
moneta o lastretta d’argento; e fatta la solita comunicazione coll’arco condut-
tore, osservo le solite convulsioni, e salti in tutt’a due le gambe.

Veduto ciò, levo quella foglietta, e ne sostituisco una più picciola; e le
convulsioni, adoperando i soliti toccamenti, nascono più deboli. Ristringo
dunque mano mano tal armatura, o veste, finchè non vedo più convulsioni,
o soltanto debolissime. Allora taglio via porzione delle gambe, o recido tutt’at-
torno molta carne; e truovo che quella stessa picciola armatura basta a far
rinascere le convulsioni. La impicciolisco di nuovo, riducendola alla dimen-
sione d’una in due linee quadrate, tantochè mi manca l’effetto delle convul-
sioni nelle due gambe tronche. Ma che? succedono di nuovo, tagliatane via
una, ritenuta cioè quella sola gamba, ossia quel pezzo di gamba, cui sta appli-
cata la porzioncella di foglietta metallica, e posto tal pezzo o troncone dalla
parte nuda sopra la moneta, od il cucchiajo. Finalmente riduco a tale piccio-
lezza detta foglietta, che non abbia più di una mezza linea quadrata; e non
basti neppure per il troncone medesimo: basta però essa ancora se ritaglio
questo, e lo riduco ancora ad un solo muscolo, o porzione di muscolo, non più
grande di un grano d’orzo, o di riso: fa stupore il vedere come si contrae, si
corruga e palpita questo minuzzolo di carne, ogni volta che con un picciolo